Pino Mereu “Lamento per Antonio Gramsci”
“Ciò che risalta in questo Lamento per Antonio Gramsci - scrive nelle note di copertina al libro il poeta Amleto Micozzi - è la sua attualità, e ciò a dispetto del fatto che colui per il quale Pino Mereu lo ha composto sia morto da ben 72 anni e che già dieci anni prima, nel ’27, avesse avuto inizio quella sua sofferenza in galera che gli dettò gli accorati versi con cui Mereu dà inizio al suo tributo”. Tredici frammenti che possono durare anni quanto ore, suggerisce Mereu, in un fraseggio lirico che rimanda al compianto poeta scozzese Hamish Henderson. La leggerezza e purezza delle parole si fermano solo all’ascolto di antichi canti arcaici, qui evocati dalla poesia dialettale sarda di Peppino Marotto, quasi a svelare che Gramsci, all’interno della propria cella, mentre la sua mente dava vita a due splendidi componimenti, come le Lettere e i Quaderni, per un attimo si fermasse a pensare alla propria terra, la Sardegna, e ai suoi ricordi. Proprio in questa fase il lirismo composto del Mereu cerca di dare un senso di continuità tra il Gramsci filosofo e il Gramsci amante della cultura popolare. Ma quel che è chiaro, in questo breve ma struggente componimento lirico, è, altresì, la vibrante denuncia e accusa che Mereu fa contro il fascismo: l’hanno ucciso senza pietà, gli aguzzini del capitale, ma non morirà mai la sua eredità. E questo libro ne è testimonianza.
Alfredo Farina