“Il Finanziere” - luglio 2011 - "L'angelo del Tiburtino" di Gerardo Severino
Il 18 ottobre 1943, dal primo binario della stazione ferroviaria di Roma-Tiburtina, stipati in un convoglio composto da 18 carri bestiame, opportunamente piombati col filo spinato, più di mille ebrei romani, intere famiglie composte da uomini, donne, vecchi e bambini, furono strappate dalle loro case per essere deportate nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Ma lo stesso “luogo della vergogna” rappresentò, anche l’orgoglio della riscossa nazionale, perché fu proprio in tale Stazione che ebbero luogo le prime manifestazioni della resistenza, molte delle quali ascrivibili all’eroismo degli stessi ferrovieri italiani, primo fra tutti il guardasala Michele Bolgia, recentemente insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile “alla memoria”, al quale è dedicato il presente libro, al valore delle Fiamme Gialle che vi prestavano servizio di vigilanza ma anche - fatto nuovo - alla rischiosissima collaborazione di alcuni ferrovieri austriaci ai quali veniva demandato l’ingrato compito di condurre i “treni della morte”.