Una ribelle di nome Fiamma di Giuseppina Cogliolo - QuestionediLibri
Recensione di “Una ribelle di nome Fiamma” di Giuseppina Cogliolo
Scritto il 6 giugno 2015 by QuestionediLibri
Buongiorno a tutti!
Come state?
Anche oggi, vi propongo una recensione. Il libro in questione è “Una ribelle di nome Fiamma” scritto da Giuseppina Cogliolo, la stessa Fiamma che ha combattuto tra le fila dei ribelli nel 1944.
Ringrazio la casa editrice Edizioni Chillemi per avermi spedito una copia cartacea del libro.
TRAMA
Uno dei più bei racconti personali degli eventi storici che portarono alla Liberazione e non solo. La figura della donna col mitra, rischiava di sovvertire l’altra figura creata dal fascismo, che simboleggiando la donna come angelo del focolare e relegandola ad un ruolo subalterno nella casa e nella società, accusò il colpo di questa ribellione e prevedendo ciò che essa avrebbe significato, evoluzione, emancipazione,
femminismo, fece sì che la caccia fosse spietata, sia verso quelle che avevano osato impugnare le armi, sia verso i gruppi femminili clandestini di ogni ordine e tipo.
Una ribelle di nome Fiamma è uno di quei libri che sono sinceramente grata di aver letto. Non si tratta di una storia ricavata da informazioni di seconda mano. E’ Fiamma stessa che ci narra quegli anni disperati , anni in cui l’Italia era sotto il controllo tedesco, e una ragazza di 17 combatteva per la Liberazione della sua Patria.
“Oggi vorrei dare più spazio a questi episodi, piccoli e oscuri eroismi che non sono mai stati riconosciuti, vorrei ricordare il contributo dei contadini, della gente della montagna che sempre ci aiutò nelle più svariate forme: dandoci un pezzo di pane, un giaciglio o semplicemente il loro silenzio”
Fiamma, nata Giuseppina Cogliolo, a soli 17 anni è una partigiana. Ha scelto di non piegarsi al Fascismo, ma di difendere il suo Paese a testa alta, entrando a far parte della Brigata Partigiana Garibaldi U. Muccini, nell’agosto del 1944. Questo libro non è altro che un viale di ricordi: è la narratrice che si apre a noi e ci racconta cosa ha rappresentato per lei quel periodo, soffermandosi non solo sul significato di essere una partigiana, ma spiegandoci come ci si sente a essere una donna partigiana.
“Mi sentivo di nuovo in famiglia, diventavo sempre più una sorella per loro, si confidavano con me, mi parlavano dei genitori, delle fidanzate, delle speranze in un mondo che sarebbe stato “migliore”.
Ciò che immediatamente salta agli occhi, è la caparbietà di questa ragazza, strappata all’adolescenza prima del previsto.
Fin dai primi giorni, a Fiamma, è stato più volte consigliato di abbandonare i ribelli. La mentalità generale era quella che era, ma, nonostante ciò, lei non si è fatta abbindolare. Ha deciso di proseguire per la sua strada, concentrandosi solamente sui suoi ideali. Ed è proprio questa sua perseveranza che le ha permesso di fare in modo che il suo sesso non diventasse una sorta di handicap.
Fiamma mi ha reso ancora più fiera di essere una donna.
“Adesso io non sapevo più ridere, non dimenticavo le tragedie viste e vissute e i miei occhi erano freddi e brillanti come i ghiacciai di quelle montagne che mi venivano incontro da distanze che sembravano irraggiungibili.”
L’unica cosa che mi sento di rimproverare all’autrice va ricercata nello stile di scrittura. Ho trovato i periodi spesso esageratamente lunghi e, la ricorrente mancanza di una punteggiatura che avrei ritenuto più appropriata, ha fatto sì che non mi godessi pienamente la lettura. Di frequente, infatti, ho dovuto leggere più volte una determinata frase per poter afferrare completamente il senso inteso dall’autrice.
Se non fosse stato per quanto appena detto, il mio giudizio sarebbe stato totalmente positivo.
In ogni caso, consiglio decisamente la lettura a chiunque. Qui non si tratta di generi, si tratta di una parte importantissima della nostra storia che tutti dovremmo conoscere.
SCHEDA
Titolo: Una ribelle di nome Fiamma
Autore: Giuseppina Cogliolo
Prezzo: Euro 12,00 (cartaceo)
Pagine: 94
Collana: Memore
Casa Editrice: Edizioni Chillemi