Moked - Libri – Storie di indesiderabili
Militari, arrestati in larga parte dopo l’otto settembre. Uomini rastrellati per strada, nei bar, nelle sale da biliardo. Ebrei scampati alla razzia del 16 ottobre. Sono gli elementi “indesiderabili”, come li avrebbero definiti i criminali di Salò, deportati il 4 gennaio del ’44 dal carcere di Regina Coeli a Mauthausen.
Eugenio Iafrate, vicepresidenze della sezione romana dell’Aned, ripercorre quel viaggio scavando nelle sue dimensione privata, nell’abisso di orrore in cui precipitò il fratello del nonno, Valrigo Mariani, la cui storia – viene spiegato – “anima i racconti di famiglia fin da quando ero piccolo”.
“A me arrivavano solamente notizie frammentarie e confuse – annota Iafrate – ma dai discorsi ascoltati di nascosto arrivai presto a capire che doveva essere stato un antifascista, un perseguitato disperso o morto in Germania”. Fino al 2004, anno della piena consapevolezza, con la visita a Mauthausen e la conferma che lo zio Valrigo, nonostante “un teutonico errore sul nome”, vi aveva trascorso gli ultimi mesi di vita.
Da questo lavoro di elaborazione nasce “Elementi indesiderabili”, volume edito da Chillemi che sarà presentato questo pomeriggio alle 18 in Campidoglio, nella sala del Carroccio. Tante le biografie che vengono riportate alla luce o di cui si arricchisce la memoria, come quella di Mario Limentani, “il Veneziano”, la cui vicenda è stata ripercorsa con impagabile dedizione dalla ricercatrice Grazia Di Veroli ne “La scala della morte” (ed. Marlin).
Italiani brava gente? “Elementi indesiderabili” offre nuovi spunti di riflessione per smontare il cliché. Come sottolinea Dario Venegoni, vicepresidente Aned, nella prefazione all’opera di Iafrate: “Visto così da vicino, il caso di questo trasporto suona come la prova inconfutabile della parte attiva dell’apparato della Rsi al fianco dei nazisti nelle deportazioni. La verità è che centinaia di italiani misero allora la propria esperienza al servizio dei nazisti, inseguendo, arrestando, accompagnando altri italiani fino a quel tragico treno e poi ancora, fino a Dachau, in Germania”.
Interverranno all’incontro, oltre all’autore, gli storici Amedeo Osti Guerrazzi e Claudio Procaccia, l’assessore comunale a Scuola, Università e Politiche della Memoria Paolo Masini, la curatrice del volume Elisa Guida. Coordinerà l’iniziativa Carla Di Veroli, responsabile delle Politiche delle Memoria per conto del sindaco Ignazio Marino.
a.s twitter @asmulevichmoked
(10 giugno 2015)
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Militari, arrestati in larga parte dopo l’otto settembre. Uomini rastrellati per strada, nei bar, nelle sale da biliardo. Ebrei scampati alla razzia del 16 ottobre. Sono gli elementi “indesiderabili”, come li avrebbero definiti i criminali di Salò, deportati il 4 gennaio del ’44 dal carcere di Regina Coeli a Mauthausen.
Eugenio Iafrate, vicepresidenze della sezione romana dell’Aned, ripercorre quel viaggio scavando nelle sue dimensione privata, nell’abisso di orrore in cui precipitò il fratello del nonno, Valrigo Mariani, la cui storia – viene spiegato – “anima i racconti di famiglia fin da quando ero piccolo”.
“A me arrivavano solamente notizie frammentarie e confuse – annota Iafrate – ma dai discorsi ascoltati di nascosto arrivai presto a capire che doveva essere stato un antifascista, un perseguitato disperso o morto in Germania”. Fino al 2004, anno della piena consapevolezza, con la visita a Mauthausen e la conferma che lo zio Valrigo, nonostante “un teutonico errore sul nome”, vi aveva trascorso gli ultimi mesi di vita.
Da questo lavoro di elaborazione nasce “Elementi indesiderabili”, volume edito da Chillemi che sarà presentato questo pomeriggio alle 18 in Campidoglio, nella sala del Carroccio. Tante le biografie che vengono riportate alla luce o di cui si arricchisce la memoria, come quella di Mario Limentani, “il Veneziano”, la cui vicenda è stata ripercorsa con impagabile dedizione dalla ricercatrice Grazia Di Veroli ne “La scala della morte” (ed. Marlin).
Italiani brava gente? “Elementi indesiderabili” offre nuovi spunti di riflessione per smontare il cliché. Come sottolinea Dario Venegoni, vicepresidente Aned, nella prefazione all’opera di Iafrate: “Visto così da vicino, il caso di questo trasporto suona come la prova inconfutabile della parte attiva dell’apparato della Rsi al fianco dei nazisti nelle deportazioni. La verità è che centinaia di italiani misero allora la propria esperienza al servizio dei nazisti, inseguendo, arrestando, accompagnando altri italiani fino a quel tragico treno e poi ancora, fino a Dachau, in Germania”.
Interverranno all’incontro, oltre all’autore, gli storici Amedeo Osti Guerrazzi e Claudio Procaccia, l’assessore comunale a Scuola, Università e Politiche della Memoria Paolo Masini, la curatrice del volume Elisa Guida. Coordinerà l’iniziativa Carla Di Veroli, responsabile delle Politiche delle Memoria per conto del sindaco Ignazio Marino.
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(10 giugno 2015)
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