Fuori dal tempo
Il poeta scrive nell’eterna lotta tra la bellezza disarmante della parola e la sua altrettanto disarmante inutilità. È il silenzio il suo più fedele compagno di viaggio. E del primato del silenzio è consapevole il poeta. Sa bene che poesia altro non è che un omaggio del silenzio alla parola.
Ma qual è il momento, l’ora della poesia? Qual è il suo tempo?
Forse quello della notte, amplificatore naturale di ogni sentire: “ciò che non odo di giorno di notte è tutto un rumore stanco”. O quello dell’attesa, di quell’attimo in cui “il nulla d’improvviso trabocca”. Oppure quello della lotta, “del garbuglio”, nel mezzo del quale la parola viene tradita: “corro e finisco per somigliare alle cose, alle persone, alle automobili”.
Eppure, più di ogni cosa, la poesia, figlia di quel silenzio, di quel vuoto, “dell’inutile affanno di ciò che non diviene”, è la “ballerina lieve”, il “fuscello innervato nella tempesta”, colei che ti tende la mano per portarti via, fuori dal tempo in cui ha preso la forma.
Libro di 98 pagine (copertina a colori)
ISBN 978-88-99374-33-4