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È venuto a mancare mercoledì 16 giugno 2010, Amedeo Guillet, di cui il grande giornalista Indro Montanelli diceva: “Ecco perché io mi ostino a sentirmi e a voler essere ancora italiano [...] perché in Italia, in mezzo a tanto letame, ci sono ancora i Durand (Luigi Durand de la Penne, incursore della Regia Marina) e i Guillet”. Nonostante l'attestato di profonda stima, però, la figura del "Comandante Diavolo", il "Lawrence d'Arabia" italiano (così fu definito) rimane ancora sconosciuta al grande pubblico.
Usciti da Roma, la nostra prima tappa sarà Veio. Lasciata Roma si prosegue lungo la Via Cassia, verso Formello. Dopo qualche chilometro, si prende il bivio che conduce a Formello, un simpatico e piccolo borgo medievale. Dalla Piazza principale del paese si prende la strada che conduce al luogo, punto iniziale dell'itinerario: i resti dell'antica Veio, capitale del grande territorio che una volta era l'Etruria del Sud. Il sito si trova a una ventina di km da Roma, al confine con il comune di Formello, su un altipiano di forma vagamente triangolare di circa trecento ettari, che si erge ad un’altezza di circa cinquanta metri rispetto al fondovalle ed è limitato a sud dal fosso Piordo e a nord dal fiume Cremera, sulle cui sponde fu quasi totalmente distrutta la romana gens Fabia.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Itinerari-Storici.-Da-Roma-a-Tuscania.html
Jan Hus è un personaggio decisamente emblematico e assai affascinante, nasce nel 1371 a Husinec, in Boemia. Teologo e un riformatore religioso, venne scomunicato nel 1411 dalla Chiesa cattolica e bruciato sul rogo dal Concilio di Costanza, il 6 luglio 1415. I suoi seguaci divennero noti come hussiti e, dopo la sua esecuzione, diedero vita in Boemia a un movimento di riforma religiosa, sviluppatosi lungo direttive a sfondo nazionalistico.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Appuntamento-con-la-Storia.-La-Crociata-ussita.html
Sulla maggior parte dei testi storici troviamo notizie delle Repubbliche Marinare, riferendosi in particolare a quattro città italiane (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia), dimenticando così Gaeta, Ancona, Cagliari, Palermo, Messina, Bari, Trani, Zara, Noli, Ragusa (oggi città dalmata nota come Dubrovnik) ed altre città marinare. Le origini della nostra moderna marina militare possono risalire ed essere determinate dalla nostra posizione geografica, e devono molto alle popolazioni etrusche, siracusane, tarantine, romane. Le loro attività commerciali, belliche e di pirateria arricchirono il loro bagaglio di conoscenze nel campo della navigazione, in maniera tale che durante il Rinascimento le Repubbliche e le Città Marinare, poterono ampliare i loro confini naturali, pur in una estrema e perenne competizione tra di loro.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, firmato dai generali Giuseppe Castellano per l'Italia e Walter Beder Smith per le forze Alleate, dalle file dell’esercito lasciato allo sbando uscirono i primi gruppi di volontari combattenti, reclutati dalle nascenti formazioni partigiane, create dai rappresentanti dell’antifascismo che costituirono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), al quale aderirono, in seguito, organizzazioni simili su base regionale. La Resistenza fu trasversale all’intero scenario politico antifascista e coinvolse tutte le classi sociali, al suo interno tutte ebbero un peso rilevante.
Questo itinerario storico è consigliato in una buona stagione, in caso contrario potreste trovare neve o ghiaccio. Imboccate l’autostrada Roma - Napoli e dopo aver superato Valmontone uscite al casello Colleferro-Paliano. Se non volete passare per Paliano, potete uscire al casello di Fiuggi, per poi proseguire in direzione di Piglio. Non appena lasciata l’autostrada dirigetevi verso Paliano, passando davanti al Parco Naturale La Selva. La Selva è un grande parco faunistico creato dal principe Antonello Ruffo di Calabria. Si estende su 450.000 mq di terreno boscoso e radure, un terzo del quale è occupato da piccoli laghi, risulta quindi ideale per l'osservazione degli uccelli acquatici e per lo studio degli ecosistemi umidi.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Itinerari-Storici.-Da-Roma-a-Filettino.html
L’esercito che Arthur Wellesley, duca di Wellington, descrisse come capace di andare ovunque e di far qualsiasi cosa – cambiò molto poco durante il periodo napoleonico. Alcuni ufficiali inglesi pensarono di aver trovato la soluzione per battere sul campo la micidiale tattica francese, che era stata vincente per una decina di anni sotto Napoleone Bonaparte. Si trattava di respingere la carica della colonna napoleonica dal fuoco della linea inglese, attestandola dietro un pendio al riparo dal tiro di artiglieria. Si trattava di addestrare le truppe inglesi a ricaricare e sparare più rapidamente e più accuratamente dei loro avversari. La linea inglese permetteva a un battaglione composto di 600 moschetti di far entrare in azione l’intera unità, mentre i francesi in colonna tiravano con un massimo di 132 fucili, impedendo ai circa due terzi dei soldati di far fuoco.
La calata di Carlo VIII in Italia mostrò non solo l'intima debolezza organica e il fondo pur sempre anarchico del regno di Napoli, ma anche la mancanza di coesione e la debolezza di governo dello Stato Pontificio. La defezione dei Colonna ebbe un'importanza decisiva nel determinare la resa del papa di fronte alle forze del re di Francia. In seguito però i Colonna passano dalla parte del re di Napoli e del papa, ma quasi automaticamente sono gli Orsini a ribellarsi al pontefice. Con la resa di Atella, ad Alessandro VI sembra finalmente giunto il momento buono per iniziare veramente l'opera di restaurazione statale, mediante l’abbattimento della potenza dei baroni romani ceppi dei pontefici, cominciando dall’irrequieta famiglia degli Orsini, tanto più che il capo, Virginio, rimane ancora, contro i patti, prigioniero del re di Napoli, il Pitigliano è a Venezia, e i Vitelli si trovano in Francia.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Appuntamento-con-la-Storia.-La-battaglia-di-Soriano.html
Il Corpo di soldati svizzeri in servizio nella Città del Vaticano fu fondato da Giulio II, nel 1506, reclutato per le sue guerre italiane. Nel tempo, l'effettivo delle guardie variò considerevolmente: per esempio, Pio IX arruolò due reggimenti che combatterono nelle legazioni nel 1859-1860. La lunga vita del corpo è caratterizzata da una tradizione di fedeltà esemplare alla persona del papa, nel 1527 le guardie svizzere si fecero massacrare dalle truppe del conestabile di Borbone al servizio di Carlo V, per proteggere la fuga di Clemente VII (1523-1534), che tentava di raggiungere Castel Sant'Angelo attraverso il corridoio di Alessandro VI (1492-1503), il passaggio fortificato ancora visibile, che collegava il Vaticano al Castello.
Non poteva mancare nella nostra serie di articoli sulla storia militare italiana, uno sguardo attento e affettuoso alla marina italiana, troppo spesso dimenticata e persa nel corso dei grandi avvenimenti bellici, che invece la videro protagonista sempre in prima persona. Le origini della nostra moderna marina militare possono risalire ed essere determinate dalla nostra posizione geografica, e devono molto alle popolazioni etrusche, siracusane, tarantine, romane. Le loro attività commerciali, belliche e di pirateria arricchirono il loro bagaglio di conoscenze nel campo della navigazione, in maniera tale che durante il Rinascimento le Repubbliche Marinare: Venezia, Genova, Pisa, Amalfi, ma anche Ancona, Cagliari, Gaeta, Palermo, Messina, Bari, Trani, poterono ampliare i loro confini naturali.
Breve analisi dell'attività politica di John Fizgerald Kennedy (1917-1963), 35esimo Presidente degli Stati Uniti d'America.
GENESI POLITICA - Il cimitero militare statunitense di Arlington sorge nei pressi di una vecchia abitazione del comandante delle forze confederate durante la guerra di secessione, stiamo parlando del generale Lee, considerato ancora oggi un ottimo stratega, pari a Napoleone in tattica militare. È in questo cimitero in Virginia, vicino al Pentagono, che è sepolto John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas, il 22 novembre 1963 e accanto a lui riposano i suoi fratelli Robert ed Edward, e sua moglie Jacqueline.http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Kennedy.-Un-uomo-per-tutte-le-stagioni.html
POLITICA ESTERA - La politica estera di Kennedy ha inizio con il suo discorso al Senato del 14 giugno 1960, dove tra le altre cose raccoglie dodici punti essenziali:
Primo. Noi dobbiamo darci una potenza di rappresaglia nucleare non vulnerabile e di prim'ordine. Dobbiamo contribuire alla stabilità politica ed economica nelle nazioni nelle quali sono situate le nostre basi vitali.
Secondo. Dobbiamo riacquistare la possibilità di un intervento efficace e rapido in qualsiasi guerra limitata, in ogni parte dei mondo.
Terzo. Noi dobbiamo trasformare la Nato in una forza militare solida e duttile, in grado di dissuadere qualsiasi attacco. Quarto. Dobbiamo accrescere di molto l'afflusso di capitali alle zone sottosviluppate; in Asia, in Africa, nel Medio Oriente, nell'America Latina; deludere le speranze comuniste di un caos in quelle nazioni; sostenere le nazioni che cercano di giungere all'indipendenza economica e politica; colmare il pericoloso divario che si va allargando fra il nostro e il loro livello di vita.
Quinto. Dobbiamo ristrutturare i nostri rapporti con le democrazie dell'America Latina.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Kennedy.-Un-uomo-per-tutte-le-stagioni-Seconda-Parte.html
La storia è sempre scritta dai vincitori, ma nel caso della Libia è una storia scritta male e che ancora oggi grida vendetta. È la storia di una terra sfruttata prima dagli stranieri e poi dai suoi stessi figli, una terra tutt’ora priva della sua identità culturale e storica. Berberi, fenici, greci, cartaginesi, garamanti, romani, vandali, arabi, normanni, ottomani, karamanli, senussi, italiani, alleati, Idris I e poi il colpo di stato di Mu’ammar el-Gheddāfī, che però, secondo un’imbarazzante leggenda, farà solo da passaggio al ritorno degli eredi di Sayyid Hasan, divenuto re di Libia nel 1969 e incarcerato da Gheddafi per lunghi anni fino a farlo diventare paralitico.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Appuntamento-con-la-Storia.-Gli-italiani-in-Libia.html
Vi fu un tempo, in cui le sorti militari di stati ed imperi vennero affidate al coraggio e alla determinatezza di pochi cavalieri, ancora oggi ben poco si sa su vicende così lontane, poiché tanto si è scritto sugli ordini religioso-militari più importanti, ma poco o nulla sugli ordini cosiddetti minori. Se è vero che tutto ebbe inizio a Gerusalemme nel 1120, dove venne fondato l’ordine del Tempio, ancora risultano oscuri i collegamenti tra gli ordini di cavalleria laici e quelli religiosi, e spesso si è dedicato poco spazio alle metodologie di lotta e all’arte della guerra dei cavalieri. Lunga e complessa appare la via percorsa dal fenomeno degli Ordini Religioso Militari, dove fondamentalismo religioso, nazionalismo e spirito guerresco si vanno a fondere con le esigenze economiche delle monarchie e dei poteri temporali europei.
http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Appuntamento-con-la-Storia.-I-cavalieri-di-Cristo.html
L’arte della guerra procede lentamente e attraverso filosofie differenti, esaminando fonti e cronache si cerca di risalire ai metodi di lotta e alle possibili evenienze, poi attraverso una riflessione e comparazione tra le diverse conclusioni degli studiosi si cerca di porre in essere una propria idea sugli avvenimenti accaduti. In realtà, la ricerca della verità attraverso i tempi ha sempre portato a risultati differenti e tutte le prove raccolte spesso e volentieri possono essere discusse e contestate. Le acquisizioni scientifiche e lo studio dell’arte della guerra sono aperte a un continuo procedimento di rettifica che, “negando” i risultati acquisiti, creano una visione dinamica e aperta dell'evoluzione militare.
Il primo esempio di esercito nazionale si ebbe nel sec. XV quando il
re di Francia Carlo VII volle, accanto alle superstiti milizie feudali,
reparti di cittadini obbligati al servizio armato in tempo di guerra:
le cosiddette "compagnie di ordinanza". L'avvento delle armi da fuoco fece
sorgere la nuova specialità delle artiglierie e gli eserciti si avviarono
così ad assumere una fisionomia moderna con la classica ripartizione nelle
tre armi (cavalleria, fanteria e artiglieria). Per molto tempo l'esercito
spagnolo fu quello più regolarmente organizzato, con precise norme organiche,
disciplinari, amministrative, mentre in Italia le prime milizie nazionali
sorsero in Piemonte per opera del duca Emanuele Filiberto di Savoia.
- Che cos'è un e-book? La notizia che gli eredi di William Styron, autore della Scelta di Sophie, starebbero per concedere i diritti di riproduzione elettronica di alcuni dei suoi libri pubblicati da Random House a Open Road Integrated Media mi ha indotto a riflettere: gli e-book sono la nuova frontiera dell'editoria, una nuova e inedita versione del lavoro degli scrittori? O sono semplicemente da considerare alla stregua dell'ultima edizione di libri pubblicati da editori quali Random House?
Tanto per cominciare, a decidere in origine che il libro di William Styron meritasse di essere letto fu un editore di vecchio stampo, Hiram Haydn, che gli fece firmare un contratto e revisionò il suo romanzo d'esordio, Un letto di tenebre, uscito nel 1951 per i tipi di Bobbs-Merrill. Come disse lo stesso Styron in seguito, sia Haydn sia il direttore della Random House Robert Loomis, «avevano una vera abilità a cogliermi in fallo nei punti di maggior fiacchezza o imprecisione, ma non cercarono mai di impormi le loro idee. Il loro sostegno è stato per me di importanza inestimabile».
Nel corso della sua carriera, Styron pubblicò nove libri con Random House e ognuno di essi fu sottoposto a controlli scrupolosi, quasi riga per riga, da uno dei più grandi editori dell'epoca. Ogni sua opera oltretutto ebbe numerosi giri di bozze, che andarono e vennero più volte tra l'editor, Styron e Loomis.
Effettuata la selezione della veste grafica e tipografica più appropriata, sottoposta all'autore per l'approvazione dai tipografi della Random House, si arrivò a decidere la rilegatura. Fu disegnata una sovracopertina - spesso ricorrendo a opere artistiche espressamente commissionate da Random House per reclamizzare al meglio i singoli libri - e si pianificò in che modo sollecitare i critici e i lettori a prendere in mano proprio quel libro e a prestare attenzione al suo contenuto.
I dipendenti del settore pubblicità della Random House in seguito parlarono del libro a chiunque avesse voglia di ascoltarli e presentarono copie campione a riviste e giornali perché fosse recensito il più possibile, mentre il settore vendite si occupava degli ordini in arrivo dalle varie librerie, e il comparto dei diritti di stampa, di concerto con l'agente di Styron, spediva i libri agli editori di giornali e riviste, agli agenti cinematografici e agli editori stranieri.
In seguito si avviò la produzione di copie del libro stampate con caratteri tipografici più grandi per i lettori con problemi di vista, si produssero versioni audio che Random House vendette e commercializzò in proprio o dandone licenza a terzi e dopo un certo periodo si pubblicarono, infine, anche le edizioni economiche senza copertina rigida.
Per ogni libro, in sintesi, Random House ne sfruttò ogni formato allora possibile e in tutto questo lungo processo Loomis e i suoi colleghi si tennero sempre in stretto contatto con Styron, monitorando da vicino la vita del libro nelle sue molteplici metamorfosi che aveva subito.
Da qualche tempo è diventato realtà un nuovo formato finora addirittura inimmaginabile: adesso, infatti, i volumi di Styron possono essere riprodotti e divulgati per via elettronica.
Gli eredi dell'autore sono titolari dei diritti d'autore dei suoi libri. Si pone adesso il problema di capire se un'altra casa editrice dovrebbe poter pubblicare una versione in formato elettronico di una delle edizioni originariamente pubblicate da Random House senza il coinvolgimento diretto di quest'ultima. Una versione in formato e-book del libro Le confessioni di Nat Turner conterrà molto di più delle parole dello scrittore: includerà infatti anche l'editing fatto da Loomis, come pure tutto il lavoro che sta dietro alla pubblicazione, la progettazione e la produzione del libro, per non parlare delle operazioni di marketing di cui è stato oggetto e delle vendite, che in definitiva lo hanno reso un candidato desiderabile per la distribuzione su e-book. I libri di Styron hanno assunto la forma che hanno e oggi sono quel che sono non soltanto per il considerevole genio creativo del suo autore, ma anche - come egli stesso ammise - per la dedizione e l'attenzione incessante prestate al suo lavoro dalla Random House.
In quest'epoca sempre più "virtuale", caratterizzata da un'accessibilità facile e universale, è bene e importante che i lettori tengano a mente tutto ciò che un editore fa per un suo autore. Un editore - e lo dico essendolo io stesso - fa molto di più che limitarsi a stampare e vendere un libro: seleziona, coltiva, sostiene e promuove l'opera di uno scrittore.
Un distributore di e-book non è un editore, bensì un semplice fornitore di un'opera che è già stata creata. Di conseguenza, gli e-book non sono granché differenti dalle versioni stampate con caratteri grandi o in edizione economica o in formato audio. In definitiva, gli e-book sono soltanto l'ultimo anello di una catena editoriale molto lunga, il formato più attuale di una delle più grandi invenzioni dell'uomo: il libro, che evolve incessantemente e continuerà a esistere, ma che riceve la sua forma definitiva soltanto dall'editore.Anche se un giorno - e Dio ce ne scampi - i libri non dovessero più essere stampati, necessiterebbero ancora delle cure, delle attenzioni e delle premure che Loomis e i suoi colleghi dedicarono per arrivare a pubblicare per quasi sessant'anni l'opera di William Styron. Alcune cose non cambieranno mai.
(Traduzione di Anna Bissanti)Jonathan Galassi è presidente della casa editrice Farrar, Straus & Giroux Sei curioso di sapere chi è l'animaletto che compare nel logo della Edizioni Chillemi? Clicca qui: